O Madia, in italiano, sono quei dolci che venivano conservati all’interno di questi grossi bauli in legno, per preservarne la fragranza. I dolci conventuali ricini sono ormai noti in tutto il mondo grazie alle straordinarie abilità comunicative di Maria Grammatico e degli chef Mauro Adragna e Peppe Buffa (cavallo pazzo).
Molte delle ragazze ericine venivano mandate dalle suore per imparare i mestieri con i quali si sarebbero poi sostentate. Nei conventi apprendevano come decorare i dolci e come lavorare la farina di mandorle e tutti gli altri ingredienti che profumano le strade di questa città.
Le genovesi, i mustazzoli, le paste volanti, le lingue di suocera, i pasticcini di zibibbo, i cuscinetti al cedro, i baci di dama, e la frutta marturana, inondano del loro caldo profumo ogni singola pietra, moltiplicando la dimensione fiabesca di Erice.